Ho scoperto le magie di myTunes…
E non solo….
Ho scoperto le magie di myTunes…
E non solo….
Improvvisamente ho capito. Non è stato difficile in fondo. La sensazione è sempre quella di correre, e correndo vedi lungo la strada dei soggetti che giudichi irrilevanti, su cui non scommetteresti un soldo bucato e che, diciamolo ti fanno anche un po’ schifo. E intanto continui a correre verso il tuo obiettivo, con impegno, dedizione, e soprattutto gran fatica. E improvvisamente all’orizzonte vedi spuntare la stessa monnezza umana che hai appena sorpassato e ti chiedi come sia possibile. Ha preso una scorciatoia? Qualcuno gli ha dato un calcio in culo così forte che è schizzato a mille chilometri? Poi improvvisamente capisci. Il problema è la vita normale. Non mi drogo, non mi ubriaco, non sono solito mettere le mani addosso alla gente, ed ho sempre ritenuto questi lati positivi del mio carattere che mi avrebbero di sicuro aiutato nel proiettare un’immagine positiva sulla gente che mi circonda. Lavoro, ho una casa, una famiglia, una vita regolare, e forse il problema è qui. Perché i relitti umani che dormono per strada, stanno costantemente a scollettare i cinquanta centesimi per comprarsi il fumo, si ubriacano e si vomitano addosso, alla fine me li trovo sempre davanti in tutto?
Perché il problema è che sono una minoranza, io; e per di più una minoranza temuta perché so quello che dico e quando lo dico, io, e ascolto ciò che dici e quando lo dici. E io me lo ricordo, dato che non sono ubriaco o devastato. E questo è un problema, perché la gente non sa come relazionarsi. E questo è un problema perché da stravolti o da ubriachi e più facile socializzare. E questo è un problema perché da ubriachi o devastati è più facile trovare altre persone ubriache o devastate. E i giudici al traguardo, quelli che io cerco disperatametne di raggiungere, sono tutti ubriachi e stravolti. E questo è un problema.
Quante cose, quante cose!
E’ tantissimo tempo che non scrivo sul blog e ci sono veramente mille cose di cui vorrei parlare, mille cose di cui avrei voluto parlare se solo avessi avuto il blog a portata di mano…
Quante cose sono successe… passiamo dalle facete…
Ho una macchina nuova… una Toyota Prius, per chi non lo sapesse è un auto ibrida elettrica+benzina. E’ stata una scelta schizoide, di un momento strano della mia esistenza, ma ora, con il senno di poi, mi rendo sempre più conto che è probabilmente una delle scelte più intelligenti che io abbia mai fatto. Tanti sono i fattori che me la fanno apprezzare… innanzitutto la comodità di una macchina pensata per essere una macchina di taglia “grande”, quindi spazio in abbondanza per tutti, sportelli e sportellini ovunque, confort di viaggio senza precedenti, silenziosità infinita (soprattutto quando si va in elettrico, ovviamente)… il secondo è senza dubbio quello economico in quanto praticamente (senza finti sensazionalismi) puoi andare in giro con un soggiorno con le ruote spendendo la benzina che spenderesti andando in giro con una Smart, e scusate se è poco… in fine ma ovviamente non meno importanza, si inquina molto meno di qualsiasi altra autovettura in circolazione.
Mio padre ha aperto un blog, disponibile all’indirizzo http://roberto.brancatelli.it/ – in realtà il blog esisteva già da qualche mese, ma solo recentemente ha iniziato a tenerlo aggiornato con regolarità. Fa strano, non so che altro dire; comunque ha un che di interessante.
Il disco degli Shots in the Dark è quasi finito. Deo gratias.
Valentina è in Costa d’Avorio a fare volontariato. Costruirà una scuola (se ho capito bene) e dei pozzi d’acqua. Dario è a Ladispoli dalla nonna a giocare e divertersi (lui, non la nonna). Io sono da solo e tutto fa molto strano. Il tempo è rarefatto, sto facendo un milione di cose, la solitudine è un piacevole brodo, ma alla fine chi si cuoce nel suo brodo…
15 giorni, oramai 13 credo. Troppo tutto.
Magari mi sbaglio, ma ho la forte sensazione che ci sia un vivo parallelismo tra il Buddhismo e il pensiero filosofico di Schopenhauer.
E tra l’altro Schopenhauer è sempre stato il mio filosofo preferito.
Bisognerebbe riflettere un po’ su questo Buddhismo. Ho lento anche molto del Taoismo e, per me, profondo essere privo di spiritualità e così assetato di raziocinio e schema mentale, queste filosofie sono fonte di enorme meraviglia ed enorme curiosità.
Devo indagare.
Il primo passo di una dieta efficace è comprare pentole più piccole.
Questo è quello che potremmo definire un esperimento di post doppio.
Cioè quando hai più cose da dire che tempo da spendere e più idee in testa che tasti sulla tastiera. E se la tastiera si chiama IBM 104 evidentemente i tasti non sono pochi.
Partiamo dal pesce.
Questo è Mario, un bellissimo Betta Splendens che mi è stato regalato pochi giorni or sono. Sono contento del regalo perché lui è bellissimo, perché l’idea con cui mi è stato regalato è bellissima e perché alla fine è tutto molto affascinante: sto delle ore seduto davanti all’acquario a guardarlo muoversi sinuoso a destra e a manca. Quando è arrivato in casa nostra era in una vaschetta minuscola e nell’acqua fredda e la cosa non era ammissibile. Il mio profondo io animalista si è ribellato e nel giro di una dozzina di ore avevamo un simpatico mini acquario con pompa, filtro e riscaldamendo per l’acqua, dato che Mario è un pesce tropicale e quindi ha ben donde di richiedere l’acqua ad almeno 25 gradi. Eppure, di li a poco un evento bello che mi ha riempito di gioia si è già trasformato nella cartina tornasole del nostro sovraccarico. Mario è stato male e io a vederlo sono stato male con lui. Dopo i primi giorni in cui era bello solare e con le pinne spiegate, si è subito adeguato all’umore della casa ed ora se ne sta sempre sdraiato sul fondo dell’acquario. Ho cercato su internet ed ho capito che è annoiato. Il pesce. Annoiato. Voglio dire alla fine perché un pesce non dovrebbe annoiarsi? Si certo, ho capito, ma io ho già due lavori, una moglie ed un figlio, quando lo trovo il tempo di giocare con il pesce? Ovviamente non è così, questo è facile sarcasmo, la realtà dei fatti è che sembrerebbe essere annoiato perché nell’acquario non c’è alcuna pianta (vera, perché quelle di plastica non contano), non c’è alcun fondale (tranne la ghiaietta), non c’è praticamente nulla di quello che c’è nel mondo reale. E alla fine capisco che siamo a Roma e non capisco perché un Betta Splendens Tailandese debba stare ad Acilia a Dicembre. Mi sono già terribilmente affezionato a lui e vorrei fare tutto il possibile per farlo stare bene e per fargli vivere una vita con un qualche significato, così stavo pensando di andare domani ad informarmi per la sabbia, le piante, questo e quell’altro quando alla fine mi è sorto il dubbio se la cosa migliore da fare per lui non sia riportarlo al negozio e lasciare che trovi qualcuno che si possa degnamente prendere cura di lui, visto che in questa fase già difficilmente riesco a prendermi cura di me.
A questo punto affrontiamo una questione un po’ più faceta. La neve. A capodanno si va sulla neve! Si prende la nostra piccola mitica Lander e si va a fare 5 giorni di puro e semplice campeggio invernale! Siamo totalmente allo sbaraglio, totalmente impreparati e totalmente incoscienti, ma c’è un modo più interessante di questo di fare qualsiasi cosa?
Oggi abbiamo fatto il sopralluogo nel campeggio dove andremo a stare ed ho capito perfettamente che moriremo di freddo ma che sarà una delle esperienze più divertenti della nostra vita. E detto fra noi esigo che lo sia.
Non vedo l’ora di partire. Mancano solo 48 ore. Anzi in realtà 33.
questo sono io che simulo la posizione della nostra roulotte
questo è ciò che si intende per campeggio invernale
“Possono accedere al credito d’imposta (…) solo le imprese che abbiano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiore a 15 milioni di euro e che non siano possedute, direttamente o indirettamente, da un editore di servizi radiotelevisivi“
Il tempo passa, tutto scorre, le cose cambiano. E’ un innegabile dato di fatto che penso sia chiaro a tutti, l’unico vero e rilevante problema che dobbiamo affrontare è la nostra capacità di affacciarci al cambiamento con la certezza (o spesso solo la speranza) che alla fine ogni cambiamento non potrà che portare qualcosa di nuovo.
La nostra vita è un contenitore che si riempie fino a scoppiare (tra l’altro spesso principalmente di monnezza, ma questa è un altra storia) e qualsiasi spazio si dovesse creare al suo interno prima o poi non potrà che essere riempito nuovamente da quello che sopraggiunge. Non importa da quanto tempo la poltrona sia in quell’angolo della stanza, provate a spostarla (o a cambiare poltrona, o magari a metterci una sedia), magari tutta la stanza stessa sembrerà un altra. E soprattutto se pure dovesse succedere, non abbiate paura di sedervi per terra, non si sta poi scomodi.