L’altra metà!

Con l’allegria enti delle restrizioni sul Covid, anche in ufficio stanno iniziando a vedersi, dopo anni, sempre meno le mascherine.

Per chi, come me, ha cambiato lavoro in piena Pandemia questa fase è fonte di continuo stupore: da settembre ad oggi ho conosciuto molti colleghi nuovi, ma sempre tutti con la mascherina su metà volto… e allora il cervello che lavora per compensazione si è fatto una proiezione mentale di come potesse essere la bocca, il mento, la punta del naso delle persone. Ed ora, come dicevamo, con grande stupore inizio a vedere l’altra metà reale delle persone che ho conosciuto, ed alcuni sono drasticamente diversi da come me li ero immaginati!

Uomini con barba a sorpresa, donne con lineamenti inattesi! E la cosa bella è che il nostro cervello tende ad associare così tanto l’estetica delle persone a (supposti) tratti attitudinali che alcuni mi sembrano pure totalmente diversi come persone.

Normalità mi mancavi.

Noia e creatività

È passato quasi un anno dall’ultimo post su questo Blog, e mi sento anche abbastanza in colpa per questo fatto.

Questo blog in qualche modo rappresenta una parte di me, ed in effetti è abbandonato a se stesso un po’ come tutta una serie di cose che in qualche modo mi “compongono”.

Proprio oggi riflettevo di come la mia testa sia piena di cose che mi piacerebbe fare, cose su cui vorrei lavorare, progetti su cui vorrei ragionare, persone da contattare, canzoni da scrivere, tracce da registrare, foto da riversare, email da scrivere, telefonare da fare. Millemila.

Eppure, non riesco a muovermi, sono impantanato in una specie di noia creativa, un senso di cristallizzazione che fa si che ultimamente io sia talmente abituato a non completare ciò che inizio – a causa delle continue deviazioni, interruzioni, posticipazioni, dilazioni – che non ho più neanche la voglia di iniziare qualcosa.

È terribile perché è contemporaneamente una sensazione di esplosione e di implosione: idee che esplodono da dentro che sbattono contro questa pigrizia che mi fa implodere.

Forse sono solo stanco, probabilmente ho solo bisogno di un po’ di ferie, ma ferie da tutto e da tutti.

Ho sonno.

Fuori dal tempo

Sono a Lecce, per suonare con gli Shots in The Dark.

Per arrivare abbiamo percorso la Napoli Bari. Non è la prima volta che la faccio, assolutamente, eppure ogni volta che la percorro, superato l’orrendo tratto Beneventino tutto curve in discesa, ho sempre l’impressione di iniziare un viaggio che mi porta fuori dallo spazio e dal tempo…

Le montagne si addolciscono e si abbassano a diventare colline. Le case spariscono. La vegetazione si dirada. Compaiono le enormi pale eoliche.

Ci sono un paio di stazioni di servizio in quella zone. Fermatevici, merita. Almeno secondo me.

Silenzio assoluto, vento – quasi sempre, non a caso ci sono le pale… – ma non essendoci vegetazione il mondo rimane immobile, tranne per questi moderni mulini a vento che maestosi, bianchi, si stagliano nel cielo roteando,

Lo so, è bizzarro, ma sono un techno freak ed una cosa del genere per me ha del magico: la natura incontaminata che incontra la tecnica e la tecnologia umana – e non una qualsiasi tecnologia che distrugga la nostra culla, ma una tecnologia buona – ed insieme a quello da la mano al cielo.


Ascoli Satriano
(tipo il chitarrista)

1 gennaio 2010

Buona sera Londra.

Prima di tutto vi prego di scusarmi per questa interruzione. Come molti di voi io apprezzo il benessere della routine quotidiana, la sicurezza di ciò che è familiare, la tranquillità della ripetizione. Ne godo quanto chiunque altro. Ma nello spirito della commemorazione, affinché gli eventi importanti del passato, generalmente associati alla morte di qualcuno o al termine di una lotta atroce e cruenta vengano celebrati con una bella festa, ho pensato che avremmo potuto dare risalto a questo 5 novembre, un giorno ahimè sprofondato nell’oblio, sottraendo un po’ di tempo alla vita quotidiana, per sederci e fare due chiacchiere. Alcuni vorranno toglierci la parola, sospetto che in questo momento stiano strillando ordini al telefono e che presto arriveranno gli uomini armati. Perché? Perché, mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all’affermazione della verità. E la verità è che c’è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese. Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c’era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere a ciò. Com’è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate il colpevole… non c’è che da guardarsi allo specchio. Io so perché l’avete fatto. So che avevate paura. E chi non ne avrebbe avuta? Guerre, terrore, malattie. C’era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. La paura si è impadronita di voi, ed il Caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all’attuale Alto Cancelliere, Adam Sutler. Vi ha promesso ordine e pace in cambio del vostro silenzioso, obbediente consenso. Ieri sera ho cercato di porre fine a questo silenzio. Ieri sera io ho distrutto il vecchio Bailey, per ricordare a questo paese quello che ha dimenticato. Più di quattrocento anni fa, un grande cittadino ha voluto imprimere per sempre nella nostra memoria il 5 novembre. La sua speranza, quella di ricordare al mondo che l’equità, la giustizia, la libertà sono più che parole: sono prospettive. Quindi, se non avete visto niente, se i crimini di questo governo vi rimangono ignoti, vi consiglio di lasciar passare inosservato il 5 novembre. Ma se vedete ciò che vedo io, se la pensate come la penso io, e se siete alla ricerca come lo sono io, vi chiedo di mettervi al mio fianco, ad un anno da questa notte, fuori dai cancelli del Parlamento, e insieme offriremo loro un 5 novembre che non verrà mai più dimenticato.

Material drummer

Per anni ho sostenuto con amici e conoscenti che il vero successo di “material girl” di madonna si basasse sul fatto che il batterista in quella canzone spigne come un treno. Oggi avendola ascoltata per l’ennesima volta ed essendomi di nuovo venuta la pelle d’oca sentendo la precisione chirurgica di quel rullante “avanti al tempo il giusto e non un capello di più” mi sono fatto curioso e ho cercato su internet chi ci fosse dietro ai fusti….

Trattasi di Tony Thompson… un batteristino qualunque che casualmente nella sua vita, oltre a suonare per il disco di Madonna, si da il caso che sia stato il batteria dei Chic, dei Sister Sledge, di Diana Ross, Rod Stewart (non so perché ma mi sa che se cerco scopro che ha suonato anche su “Do you think I’m sexy”… lo stilo è quello, ora mi informo…), Robert Palmer, i Led Zeppelin, Mick Jagger, David Bowie e qualche fuggitivo dei Duran Duran.

Come si dice… questione di manico

Inutile studiare se non c’è la materia prima… e se c’è basta anche un quattro quarti dritto sotto quella sgallettata di Madonna affinché la cosa si senta…